Il ruolo del puffer negli impianti con pompa di calore
Un componente spesso trascurato, ma essenziale per efficienza e affidabilità
Negli ultimi anni, le pompe di calore stanno diventando sempre più comuni negli impianti residenziali e commerciali, spinte da incentivi, attenzione ai consumi e transizione ecologica. Tuttavia, nonostante la tecnologia sia ormai matura, c’è ancora poca consapevolezza su un elemento cruciale per il buon funzionamento dell’impianto: il puffer, o accumulo tecnico.
Spesso trascurato o addirittura evitato per “risparmiare spazio”, il puffer può fare la differenza tra un impianto performante e uno pieno di problemi: surriscaldamenti, cicli continui ON/OFF, scarsa durata della macchina e disagi per l’utente finale.
In questo articolo vediamo quando il puffer è davvero necessario, cosa succede se manca, e come sceglierlo correttamente in base al tipo di impianto.
Cos’è un puffer e a cosa serve?
Il puffer è un serbatoio d’acqua tecnica (non potabile), progettato per aumentare il volume d’acqua dell’impianto. A differenza del bollitore sanitario, non serve per l’ACS, ma per stabilizzare il funzionamento del sistema di riscaldamento e raffrescamento.
Funzioni principali del puffer:
Aumenta l’inerzia termica: accumula energia e riduce le variazioni di temperatura.
Evita cicli ON/OFF continui della pompa di calore: migliorando efficienza e durata.
Stabilizza il ritorno durante lo sbrinamento: garantendo continuità.
Agevola la gestione di impianti a zone: con testine motorizzate o valvole a due vie.
Perché è fondamentale con le pompe di calore
Le pompe di calore danno il meglio di sé quando lavorano a regime costante e con un buon volume d’acqua a disposizione. Ogni interruzione o riduzione di circolazione può comprometterne l’efficienza.
In particolare:
Durante lo sbrinamento, la macchina preleva calore dall’acqua tecnica. Se il volume è troppo basso, può andare in blocco.
In impianti con zone indipendenti o testine elettriche chiuse, il volume si riduce → rischio instabilità.
Un impianto senza puffer può avere fluttuazioni di temperatura, rumorosità, consumo energetico elevato e maggiore usura.
👉 Confronto diretto:
Senza puffer = più cicli ON/OFF, comfort incostante, vita utile più breve.
Con puffer = funzionamento fluido, temperatura stabile, meno manutenzione.
Quando il puffer è obbligatorio (e quando solo consigliato)
Il puffer è obbligatorio in tutti gli impianti con radiatori e fan coil, perché in entrambi i casi si lavora con volumi d’acqua ridotti e risposte rapide, condizioni che mettono sotto stress la pompa di calore se non c’è abbastanza inerzia termica. Anche negli impianti misti — ad esempio con fan coil al piano superiore e pavimento radiante al piano terra — il puffer è sempre consigliato per bilanciare correttamente i circuiti e garantire stabilità.
Nel caso di impianti a pavimento, il puffer non è sempre obbligatorio, ma fortemente raccomandato quando ci sono testine elettriche o valvole di zona, perché l’apertura e chiusura automatica delle varie zone riduce il volume disponibile e può causare instabilità. In questi casi, un piccolo accumulo tecnico può fare la differenza.
Puffer e tipo di pompa di calore: cambia qualcosa?
Il tipo di PDC (idronica o a espansione diretta) non cambia la necessità del puffer, perché il suo ruolo è legato alla dinamica idraulica dell’impianto, non alla tecnologia della macchina.
Con PDC idroniche: il puffer è parte standard del circuito.
Con PDC a espansione diretta (es. sistemi VRF con terminali ad acqua): se c’è un modulo idronico, serve comunque un accumulo per garantire stabilità.
📌 Non è la macchina a determinare il puffer, ma l’impianto.
Puffer ≠ Bollitore
È fondamentale chiarire un malinteso comune, soprattutto tra i clienti finali:
Puffer = accumulo tecnico → acqua non potabile, serve per riscaldamento/raffrescamento.
Bollitore = accumulo sanitario → acqua potabile, serve per l’ACS.
🛑 Attenzione al classico “non voglio il bollitore”: spesso si intende “non voglio un accumulo ingombrante”, ma il puffer è tutt’altra cosa.
Come scegliere il puffer giusto
Il dimensionamento del puffer dipende dal tipo di terminali e dalla complessità dell’impianto.
Indicazioni pratiche:
Pavimento radiante: 30-50 litri possono bastare.
Fan coil o radiatori: almeno 50-100 litri consigliati.
Impianti multi-zona o complessi: anche 150+ litri.
👉 Regola base:
Meglio piccolo che niente, ma va comunque dimensionato per evitare di essere inefficace.
Errori comuni da evitare
❌ Non installarlo “perché il cliente non vuole ingombri”
❌ Posizionarlo lontano dalla PDC o senza bypass → perdita di efficienza
❌ Riutilizzare un bollitore come puffer → non progettato per questo scopo
❌ Dimenticare sensori, sonde o valvole → gestione errata delle temperature
🔧 Il puffer va progettato e installato correttamente: non è un accessorio, è parte integrante del sistema.
Conclusione
Il puffer è una delle componenti più sottovalutate ma decisive in un impianto con pompa di calore. Aiuta la macchina a lavorare meglio, protegge l’impianto, aumenta il comfort dell’utente e allunga la vita dell’intero sistema.
Anche un piccolo puffer, se ben posizionato e dimensionato, può fare una grande differenza.